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Milano smistamento 2008

Sin dalla fine della manifestazione del 2006 fra di noi era chiara la voglia e la speranza di ripetere un simile evento nel futuro. Ci si guardò, si pensò al 2008 e poi – senza troppa convinzione – ci si salutò.
Il 2008 è arrivato e puntuali ci siamo riguardati negli occhi. Era ora di fare la proposta a Smistamento e di aspettare la reazione. Dall’evento del 2006 nacque l’Associazione Rotabili Storici Milano Smistamento (che d’ora in poi chiamerò ARSMS), il cui scopo è quello di mantenere in buono stato i mezzi che una volta erano sotto le cure del “gruppo pittori” e allo stesso tempo di cercare fondi per far rinascere un’altra fenice sorta dopo il Porte Aperte del 2006: la 835.226. Il momento in cui riparlammo del Porte Aperte non poteva quindi che essere una riunione dell’associazione, avvenuta al Voiture Cafè di Seggiano di Pioltello (MI) la sera del 13 Aprile 2008. Dopo una lunga discussione la decisione era presa: facciamo il bis! Ma la certezza di quello che sarebbe avvenuto ben 6 mesi dopo ovviamente ancora non c’era.

Fu subito chiaro che uno dei problemi maggiori era la mancanza di persone sufficienti a presenziare tutti i punti dell’impianto, almeno per come era stato pensato all’inizio lo sviluppo dell’esposizione. Il 15 aprile partì allora un messaggio su forum di appassionati alla ricerca di volontari, una sorta di appello per chiamare alla fatica chi volesse provare l’emozione di essere in prima linea, con il solo riconoscimento di poter scattare un po’ di fotografie prima dell’apertura al pubblico. Dopo solo 15 giorni già 30 erano le adesioni, cresciute a 60 il 5 maggio. Tutto senza avere ancora idea di una data certa della manifestazione: la prima ipotesi era usare il fine settimana in cui si sarebbe svolto l’Hobby Model Expo a Novegro.

Il giorno successivo, prima importante riunione con alcuni dirigenti Cargo, responsabili dell’impianto e alcuni membri ARSMS. Il benestare da FS è arrivato in questo momento e le ultime resistenze sono finalmente vinte. Si partì allora con un primo programma di mezzi da esporre, stilato il 9 Maggio: 880.051, 625.177, 685.089, E.626.225, 287, 294, 443, E.428.014, 174, 208, E.636.002, 164, 265, 243, E.645.021, 023, 090, 104, E.646.158, E.444.001, D.342.4010, D.343.1030, D.143.3021, D.141.1012, ALn.556.2331, ALn.772.3265, ALn.668.1401 + 1453 + Ldn.24, treno di 4 pezzi ALe.601 e l’ETR.232, E.623.629, Ale.883 e rimorchio. Si pensò da subito di coinvolgere anche il Museo Ferroviario Piemontese con la loro T.3 e le ricostruende ALn.772.1033 e 776.1001 e le Ferrovie Nord Milano con la loro 240.05 e l’E.600.3. Un totale di ben 42 singoli pezzi di valore storico! Lo stesso giorno si pensò di cambiare la data della mostra perchè la concomitanza di Novegro avrebbe potuto essere veramente critica da gestire: anche contando la metà di presenze che da Novegro sarebbero venute in deposito, ci saremmo trovati con almeno 15.000 persone da gestire, in una fase nella quale non sapevamo ancora quanti volontari avrebbero dato l’adesione per presenziare. Si optò per il 4 e 5 Ottobre, ma la presenza in quella settimana del poderoso giro IGE in nord Italia avrebbe precluso la presenza di parecchi mezzi. I volontari intanto erano arrivati a 70.

La data definitiva arrivò il 13 Maggio: 11 e 12 Ottobre.
Il 3 Giugno arrivò anche l’ok definitivo da parte di FS Holding, la quale avrebbe patrocinato l’evento . Si avanzò anche l’idea delle navette ferroviarie fra Milano Lambrate e il deposito, da discutere come modalità e organizzazione. Il problema maggiore però era la mancanza di spazio: tutto il fascio campagna del deposito era pieno di mezzi in attesa di demolizione: E.626, 636, 645, 646. Sembrava un problema marginale: da lì a poco sarebbero partite le gare per il bando e quindi sarebbe iniziata la fase esecutiva.
In previsione della supervisione da parte di FS, fu modificato leggermente il sito ARSMS, dove all’origine apparve solo l’indicazione della data. L’11 giugno, nel frattempo, si decise di mettere le mani sulla E.645.090 che sarebbe dovuta ritornare a splendere.

Il 25 Giugno arriva la notizia della presenza certa della E.444.001, motivo già questo di orgoglio e impegno: la Tartaruga prototipo sarebbe stata la stella d’onore prima della sua definitiva dimora a Pietrarsa.
Fra il 5 e il 28 Luglio una decina di volontari rimettono a nuovo la E.645.090, lucida come non mai e con l’aspetto pressoché uguale a quando uscì di fabbrica, col telaio castano e i cerchioni bianchi.
Il 22 Luglio – volontari a quota 83 – esce finalmente la locandina ufficiale della manifestazione, con lo sponsor di Regione Lombardia, Gruppo FS, ALe.883 e ARSMS.

Il 28 Luglio – dopo mille revisioni – è online il sito ufficiale dedicato alla manifestazione e subito iniziano le iscrizioni di visitatori, che dopo pochi giorni arrivano già a 300 circa. Nel giro di breve tempo il programma dei mezzi subisce ben due cambiamenti, a causa di eventi esterni che ci portano ad escludere alcuni pezzi e a cercarne altri. Da subito le due prestigiose ALn in riparazione per il Museo Piemontese sono in forse per il prolungamento dei lavori di restauro. Speriamo quindi di far arrivare una coppia di ALn.773 da Siena e almeno una 873 da Verona. Nell’ipotesi di utilizzare per l’esposizione anche uno dei binari dello scalo merci vero e proprio, speriamo di poter assemblare alcuni treni completi loco + carrozze o carri e quindi pensiamo di poter richiedere anche diverse carrozze, fra cui tutto il treno di UIC X anni ’70. Proviamo anche l’ipotesi di ulteriore vapore (640.143, CCFR.7 quasi subito scartata perché impegnata nei festeggiamenti dei 125 anni a Reggio Emilia) e pensiamo all’ E.626.231 di Verona per sostituire il bellissimo 287 di Bussoleno.

Il 6 Agosto parte la prima email ai volontari che hanno dato la loro disponibilità, dove vengono spiegati i compiti e le postazioni, le modalità dell’esposizione mezzi, etc.… Lo stesso giorno ci viene confermata la presenza della 685.089, che dopo qualche settimana sarebbe impegnata con un treno al Nord. Anche il Museo Piemontese si dice disponibile a partecipare con la loro T.3.
A fine mese – 23 agosto – dobbiamo rinunciare alla E.646.158: è ancora in lavorazione in officina a Foligno per uscirne in livrea storica e completamente revisionata.
Il 2 settembre sorgono altri problemi: la ALn.772 da Pistoia è in forse a causa della scarsità di personale DTR per portarla a Milano: non può nemmeno essere trainata a causa della barra rigida di aggancio che la contraddistingue. Le ALn.776 e 772 del Museo Piemontese vengono ufficialmente escluse dai nostri desideri, mentre anche per la 685.089 non va tutto bene: ci viene chiesto di esporla spenta perchè l’intervallo di tempo fra Milano Smistamento Porte Aperte e il primo treno che effettuerebbe è troppo ampio. Da un rapido calcolo lo stazionamento a Milano per questo periodo costerebbe qualcosa come 800 Euro solo in carbone.
Il 9 settembre diciamo addio anche alla D.342.4010, bloccata in officina a Firenze per un guasto.
Il 13 settembre finalmente iniziano le demolizioni delle prime tre macchine accantonate in campagna, ma con i tempi siamo ormai fuori competizione: ci si dovrà ingegnare per trovare lo spazio per esporre tutti i mezzi. Lo stesso giorno ha termine la sabbiatura della 835, che sembra ora pronta per una sessione di foto di fabbrica in livrea apposita, come si faceva una volta.

Viste le continue defezioni di mezzi, cerchiamo di recuperare interessando l’AVTS di Verona e i loro mezzi (740.038 ed E.626.231). Intanto siamo a quota 1000 iscrizioni. Vengono spedite e-mail a giornali, quotidiani, redazioni televisive, ma l’interesse dimostrato è veramente desolante: risponderanno all’invito solo SKY TG24 e TG Com e il Corriere della Sera con uno stringatissimo trafiletto. Parte oggi anche il primo invito ai volontari per una riunione preparatoria il 24 settembre.
Il 19 Settembre arriva la concessione delle tracce per le navette ferroviarie fra Lambrate e Smistamento: 3 coppie al sabato e 5 la domenica, che sarebbero state fatte con ALn.668.1400 in doppia e ALe.883 + rimorchio. Lo stesso giorno alcuni volontari dell’AVE di Luino ci comunicano di aver quasi terminato l’opera di lubrificazione e controllo dei 2 E.428 là ricoverati. E infatti – puntualmente – il giorno dopo arriva il divieto di RFI alla loro circolazione. Essendo queste due macchine di proprietà privata, senza libretti di circolazione, necessitano attività particolari per la circolazione. I due 428 necessiterebbero un controllo ad ultrasuoni sul rodiggio, controllo boccole, intervento del treno soccorso da Milano, con una squadra intera in trasferta per svariati giorni. Speriamo allora di riuscire ancora nella venuta del 428.058 da Bussoleno, ma dopo pochi giorni anche questa ipotesi verrà troncata, portandoci ad avere un solo 428 in esposizione.
Il 24 settembre è di fatto il primo giorno in cui vedremo i volti di alcuni dei volontari che si sono dati disponibili. Se questa riunione ci esalta non poco perchè è anche il significato che ormai siamo agli sgoccioli, la riunione preparatoria fatta poco prima con i responsabili dell’impianto e con il coordinatore del parco storico FS ci demoralizza parecchio. Questa è la vera Caporetto! La 685.089 non ci sarà per i costi troppo elevati del trasferimento e dello stazionamento, dal Veneto non arriverà nulla (740, 626.231, 873). La D.342 ci viene confermata in officina, la D.343.1030 è appena uscita da alcune riparazioni alla Milanesio di Moretta e non sarà terminata in tempo, le ALn.773 sono impegnate con il Trenonatura, l’ETR.232 è in riparazione con la sostituzione di numerosi vetri per poi affrontare una serie di viaggi impegnativi. L’unica nota positiva – almeno – sarà la presenza, fino a qui in forse, della ALn.772 di Pistoia.

L’altra giornata negativa arriva poco dopo: il 2 ottobre – solo 9 giorni prima – durante una concitata quanto surreale riunione, RFI pone il veto all’effettuazione delle navette da Lambrate. Le motivazioni addotte sono tutte sul piano della sicurezza, ma di oggettivamente dubbia veridicità. L’ordine è perentorio. Così come lo è quello di eliminare il binario di scalo dagli spazi espositivi: i gruppi guidati dai volontari si troverebbero ad attraversare un pericolosissimo passaggio a livello. Giocoforza quindi ridurre ulteriormente il materiale esposto: lo spazio ora è veramente pochissimo! Per questo scegliamo di non esporre il treno di ALe.601 e i treni completi. Frattanto le defezioni considerevoli incassate finora vedono il timidissimo segno inverso della presenza della E.636.002 piemontese, presa in carico a Vercelli da personale della DTR lombarda.
L’ 8 Ottobre anche FN comunica la mancanza della loro bellissima 240.05. La locomotiva dovrebbe arrivare trainata da Novate via Rfi con il treno soccorso, ad una velocità massima di 40 km/h. Per fortuna ci ribadiscono l’arrivo della E.600.3 appena restaurata. Il Museo Piemontese invece ci conferma finalmente la sua presenza, con la T.3 e il suo treno di carri e carrozze. Un “si” sudatissimo questo, dopo ben 60 giorni di problemi e burocrazia, fra certificati di sicurezza e richieste di RFI e ANSF. Nel frattempo, la E.645.023 che doveva essere esposta in rotonda di fianco alle sue ex sorelle (ora è assegnata a La Spezia) sarà assente: la sua revisione non è ancora terminata.
Il 9/10 il lungo lavoro che ha distrutto nel fisico e nelle menti tutti gli attori principali di questo spettacolo è quasi al termine: le iscrizioni dei visitatori sono oltre 4.000, i primi mezzi cominciano ad arrivare. L’organizzazione degli spazi, dei turni, l’approvvigionamento dei gadgets, la coordinazione con i gruppi e le associazioni che verranno ad esporre all’interno delle officine, i lavori di restauro e pulizia dell’impianto, i turni della mensa, la presenza di ambulanza, Polfer, Avis volge al termine. Tutto è quasi pronto, in una fibrillante corsa contro il tempo per avere ogni cosa al suo posto al momento giusto. Si manovrano i primi mezzi (E.600, 645.021, ALn.668, ALe.883).

La mattina del 10 ottobre tutto il deposito è un cantiere. In ogni angolo si sta allestendo qualcosa, dall’impianto di diffusione sonora ai gazebo delle associazioni. Un socio ARSMS riesce come ultimo tentativo a montare da solo le ultime parti della cassa del 211.050, fermo da ormai 3 anni in attesa di una riaccensione che non è ancora arrivata. Alle 12.30 arriva la ALn.772 e alle 17.30 appare all’orizzonte degli scambi d’ingresso l’assieme di forme dell’invio da Pistoia e La Spezia: un treno di DIECI locomotive che saranno sistemate nei loro spazi solo la mattina dopo, con estenuanti manovre compiute dalla squadra apposita e da qualche volontario con l’uso di 345 e 214. Poco dopo arrivano anche le due vaporiere da Lecco, dopo un viaggio di diverse ore. La T.3 del Museo Piemontese arriverà solo alle 18.00, a prima giornata già terminata, dopo 13 massacranti ore di trasferta.
Il resto, l’avete vissuto tutti voi che siete venuti, come visitatori o come volontari, dalle 12.30 del sabato fino alle ultime luci serali della domenica. Oltre 8.000 visitatori, nessun imprevisto, qualche visita illustre. Tantissimi bambini, famiglie, appassionati in un ambiente finalmente amico del treno, dove in tanti hanno scoperto una dimensione della ferrovia che nemmeno immaginavano. Il lavoro è stato duro, stancante e sfibrante, ma ogni complimento ricevuto, ogni domanda curiosa, ogni richiesta “sulla prossima volta” sono stati per noi e per me motivo di energia, impegno e orgoglio.